da qui

dove ho sentito quell'amaro profumo
quando ho suonato quella nota fredda
per chi ho dipinto il nastro verde
quale voce ho avuto
chi mi ha parlato e con quale lingua?
da qui non vedo nulla
ho bisogno di salire

tecno-logica

ho inciampato in un respiro corto
potevo vedere
ma non ho guardato
shock bianco
luce vera
ostinato timore di riuscire

conversazione

anche quando arrivo al centro
vivo la periferia

strade

di quale luce parli
a me che vado con piede di sabbia
lasciando orme che durano il tempo di un respiro
io non so tornare
no, non so tornare
vorrei uno spazio contratto in un  punto solo
accordo di poche, semplici note
rintocchi di infinito
ad abbagliarmi il cuore
ma non ho mai visto il deserto che irretisce
non conosco la città che canti
cerco solo pace per i miei occhi
e non so tornare
non so tornare
mia cara amica
io non so tornare

la siepe

siepe
separata siepe
così comandarono un giorno i capi
di tanti semplici soldati
non eroi, ma uomini fidati
reclutati da parole scolpite nel fuoco
parole disumane
tortura di pietra eterna

la sfinge nell'acqua

due gocce e due onde si inseguono
per dare
vita nell'acqua al pesce che cresce
un n-uovo mondo
da elevare
gamba e piede procedono
e precedono
mani che di-mostrano

in ogni stipite

con occhi che non vedono
pronunci le prime parole
mentre i primi passi
li fai per amare
sempre
e in eterno
anche per la strada,
ogni volta che ti alzi
e ogni volta che vai a dormire

inno al pensiero fertile

trasudi orgoglio
tu, vecchio ingiallito seduto al bar del paese
chiuso nel cappotto ancora buono
concedi scampoli di te
e pretendi ascolto,
ma altra cosa è la saggezza
così guardo, e passo

liturgia di un saluto

volevo solo essere gentile
ed è stato proprio così

dama bianca, esitante

Scalza d'amore
rammendi parole di cuoio
su pagine seppia
ti accosti con gioia al libro immenso
e vola libero
con forza sublime
il tuo urlo aggraziato.
Saluto uno sguardo nuovo
virato d'assenzio
e procedo al buio, più di prima.