s t a z i o n e

Ritaglio di cielo ancora chiaro in punta di pioppo. Acciaio appena. Nero alla mia sinistra. Trave uno quindici due da Trieste per Venezia Santa Lucia. Molte meno di cento più di cinquanta. Bestemmia si attacca si riveste ne indossa una bruna treno meno. Si baciano in piedi non vedi il mio piede che vedo se guardo. Anfibio disagio. Persone scorrono come sottotitoli sul braccio tatuato della ragazza. E si baciano ancora ora sulla panchina in marmo chiaro. Sedia libera sulla fila di destra. Bagaglio a mano. Faccia da scialle rosso piano.


t i r a c c o n t o u n a s t o r i a

Erano molli magari calde e deboli mia era la lettera. Era una pioggia di rose appese di un rosa cortese e riprese un pensiero duodeno dentro alla luce. Di torri di scogli assolati di tette al vento senza vento e ogni volta in caduta libera. Avanzava tendeva il braccio con la mano a guisa di guida tesa. Dimenticò la mano per il tempo che si svolse il tempo e appeso al suo peso sfiorò il fondo. Non ho un'opinione sul fatto che la porta sia aperta.


t e m p o

Tempo piano senza fretta schiena testa schiena quelle che formano gomiti mani con il. Palmo spingo poco con una gamba stessa sedia seduta sulla. Come per guardare rimaneva con cui viveva parlava si sentiva. Appena. Tante durante quando veniva di tutte ritagliate so. Scure e le scarpe non so. Non l'ho. Scarpe. Sue scarpe. E anche la mia.