Erano
molli magari calde e deboli mia era la lettera. Era una pioggia di
rose appese di un rosa cortese e riprese un pensiero duodeno dentro
alla luce. Di torri di scogli assolati di tette al vento senza vento
e ogni volta in caduta libera. Avanzava tendeva il braccio con la
mano a guisa di guida tesa. Dimenticò la mano per il tempo che si
svolse il tempo e appeso al suo peso sfiorò il fondo. Non ho
un'opinione sul fatto che la porta sia aperta.
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