Spriz party all'ultimo piano

orchestra di traffico urbano
nella notte alta
tra medaglie di pane
e cotone bianco d’occasione
odore forte di caviglie ed occhiali
che vedo ruotare
a colpi di tacchi sfrenati
pietre rotolanti
apatia fuggita
per scenografia, occhiate insolenti
cammino lenta
e faccio strada al non detto
raccolgo un pensiero che inganna
e ragiono di pieni e di vuoti
mentre adotto una forchetta insanguinata
è l’esitazione di un momento
a cogliere una breccia
forse un nome
acclamato di fatto da filamenti di fumo
adagiati nell’aria di perla nera
lei sosta lì
ma non chiedo perché
rimane muta per ore
forse perché non c’è
forse perché non è qui, ora
non c’è frizione
solo vecchi cuori in frantumi
ostinati e ciechi
un branco alcolico orfano di genio
appare nella notte
finalmente mia
finalmente sola, meravigliosa parola
chirurgicamente espressa
e capisco di non averla avuta mai
mai prima d’ora

Nessun commento:

Posta un commento