lui non saluta nessuno - concentrato
su trampoli di neve
lei filosofa stagionata
abita un vento che brilla
io dei topi appesi
non ne so niente
mini pozzanghera specchio
città cantiere
rientro stanco
elezioni 2013 |
il blu si insinua
il rosso ..........................................................................................................................
pensavo mi venisse qualcosa per il rosso
forse è meglio puntare sulla linea
spezzata
tratteggiata
curva
retta
.......................................................................................
lasciamo perdere.
lasciamo perdere?
dimenticavo il bianco
c'è anche un po' di bianco
e a me piace il bianco
ma il bianco è bianco
obliquo
silenzioso
immenso in potenza
mica si muove
sta lì
lo vedi solo dopo che hai visto il nero
il nero viene prima, sempre
è quello che dice
il bianco invece
non dice
ascolta
tutto questo tempo
per arrivare a questo punto
eh
la dedica
La folla spingeva, e la ragazza
si trovò in un attimo scalzata fuori dal gruppo con in mano il libro e la
penna. Non fece un passo senza ripensare a lui, alla sua voce, alle sue poche
parole, ai suoi movimenti lenti, a quando con noncuranza aveva preso in mano il
libro e aveva scritto in fretta qualcosa senza sollevare la testa verso di lei.
Non aprì subito su quella pagina, tenne il libro stretto al petto, uscì dalla libreria
e si avviò verso una panchina.
Il libro rimase aperto su quella
panchina. Sulla pagina della dedica, c’era scritto in basso a destra togliti
dai coglioni.
storie
Lei era la figlia del barbiere. Lui se ne era perdutamente innamorato. Passava ogni giorno davanti alla
porticina del negozio, spiando attraverso il vetro per vedere a quale cliente
riservava le sue attenzioni. Contava i minuti, aspettava fumando che il cliente
uscisse. Covava un rancore che aumentava di giorno in giorno. Non tollerava
l’idea che le sue mani accarezzassero le teste degli altri, che il suo profumo
avvolgesse altri uomini, che gli sguardi degli altri si posassero sulla sua
scollatura. Un mattino d’inverno la trovarono senza vita. La gola recisa da un
rasoio da barba, e in tasca una foto di lui, completamente calvo.
Le litanie di Satana (C. Baudelaire)
Tu, che sei il più saggio e il più bello degli Angeli,
Dio tradito dalla sorte e privato di lodi,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Principe dell’esilio, al quale s’é fatto torto,
e che, vinto, sempre più forte risorgi,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che sai tutto, gran re delle cose sotterranee,
guaritore familiare delle nuove angosce,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che perfino ai lebbrosi, ai paria maledetti,
insegni con l’amore il gusto del Paradiso.
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che da quella vecchia e forte tua amante ch’è la Morte
generasti quella Speranza pazza e seducente,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che dai al proscritto quello sguardo calmo e altero
che danna tutto un popolo intorno a un patibolo,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che sai in quali angoli di terre insidiose
il Dio geloso nascose le pietre preziose,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, con l’occhio chiaro che conosce i profondi arsenali
dove dorme sepolto il popolo dei metalli,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, con la mano larga che nasconde precipizi
al sonnambulo errante sull’orlo d’edifici,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che come un mago rendi elastiche le vecchie ossa
del ritardadario ubriacone calpestato dai cavalli,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che per consolare il debole che soffre
c’insegnasti a mischiare lo zolfo ed il salnitro,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che stampi il tuo marchio, complice sottile,
sulla fronte dello spietato e vile Creso,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Tu, che metti in occhi e cuore di ragazze
il culto delle piaghe e l’amore per i cenci,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Bastone degli esuli, lampada degli inventori,
confessore degli impiccati e dei cospiratori,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
Padre adottivo di quanti Dio Padre cacciò
nella sua nera collera dal paradiso terrestre,
Satana, abbi pietà della mia lunga miseria!
la foto del mattino
Dalla mia auto sopra al cavalcavia ho visto una macchina nera attraversare da destra verso sinistra, e svoltare proprio sotto alla facciata di un piccolo condominio a due piani. Nello stesso istante dal balcone al primo piano sono usciti due signori anziani, lui con un maglione verde, lei tutta spettinata e con uno scialle rosa a coprirsi le spalle. Mentre la macchina nera passava proprio sotto al balcone, i due anziani hanno iniziato a salutare in modo concitato con tutte e due le braccia per aria la persona che era alla guida, e hanno continuato a salutarlo anche quando ormai era lontano. Poi sono rientrati in casa e hanno chiuso la finestra, mentre il traffico giù in strada procedeva lento, e un'altra giornata era già incominciata.
andar per mare
ti ho sentito dire di acque palindrome
e di cieli,
che sono acque
ho bagnato le mie labbra
con poche gocce
a placare la sete
ho allenato il respiro impazzito
a ritmi di silenzio
e ho desiderato raggiungerti in mare aperto
perchè dicevi
che tutto mi sarebbe stato più chiaro
per poi scoprire che tu,
non sai nuotare
e di cieli,
che sono acque
ho bagnato le mie labbra
con poche gocce
a placare la sete
ho allenato il respiro impazzito
a ritmi di silenzio
e ho desiderato raggiungerti in mare aperto
perchè dicevi
che tutto mi sarebbe stato più chiaro
per poi scoprire che tu,
non sai nuotare
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