Sul mio pigiama nuovo,
qua e là, piccoli aquiloni di diverso colore formano con le loro
code in movimento la parola 'love'. Anche i piedi invecchiano. Sono
immobile, seduta con gli occhi fissi, al buio, una tazza vuota nella
mano destra. Tocco con la mano sinistra i nevi sul collo. A tratti
crescono, sotto alle mie dita. So che ci sono sempre, sempre uguali,
spero. Ho sonno. A Portobello Road's volevo acquistare
quell'accessorio di abbigliamento da applicare per bellezza dal
ginocchio alla caviglia. Una specie di stivaletto senza piede, in stoffa imbottita e decorata, legato
con stringhe al polpaccio, simile al calzare romano. Poi ho visto da
un antiquario, o forse sarebbe meglio dire da un rigattiere, una
gamba da sarto, in legno liscio laccato bianco. Dal tallone alla
coscia era percorsa da una linea con disegnati i centimetri. Poggiava
su un piedistallo nero, quadrato, applicato alla sezione della
coscia. Calzari dal ginocchio alla caviglia e gamba da sarto. Se poi
penso a Spalato, ricordo che avevo notato la scorsa estate come tutte
le ragazze indossassero proprio calzari in stile romano. Qui in
Italia non ho notato questa moda. Non ho acquistato nè l'accessorio
calzare nè la gamba da sarto (avrei voluto farci un tavolino con la gamba da sarto,
applicando sopra al piede che si presentava rovesciato e piatto, un
piano d'appoggio). Ho portato a casa una lente con manico nero, finto ebano. Mi piacciono le lenti di ingrandimento. Ne ho tre. Quella
acquistata a Londra, una che apparteneva a mio padre, simile a quella
inglese ma un po' più grande e con l'impugnatura dritta, senza i
rigonfiamenti minimi di quella inglese e una terza lente che mi è stata donata e
viene da Venezia, in stile vagamente gotico. La lente vorrei
focalizzasse e ingrandisse le parole che scrivo. E vorrei ingigantire
le piccole cose, esagerarne le parti. Per questo provo spesso a
posarla qua e là, anche sulle mie gambe, a ingrandire le imperfezioni. Qua e là. Come la parola 'love' sul mio pigiama
nuovo.
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