l'Invidia
...Senza esitare si diresse allora alla casa dell'Invidia, nera di squallore e di marciume...la dea scorge l'Invidia intenta a mangiare carne di vipera...La magrezza le assedia le ossa, il suo sguardo è sempre bieco, i denti sono neri e corrosi, ha il petto pieno di livido fiele e la lingua cosparsa di veleno. Non sa cosa sia il riso, se non quello suscitato dalla vista dei dolori altrui...accompagna col suo sguardo obliquo la dea che si dilegua...poi afferra il bastone avvolto da una spirale di spine; è tutta coperta di nubi nere e dovunque arriva calpesta i fiori dei campi, dissecca le erbe, strappa le cime dei papaveri, inquina col suo alito l'aria che gli uomini respirano, le case, le città..

Ovidio, Le metamorfosi LIBRO II


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