dietro le quinte 1

7,30. domenica mattina. l'uomo che io credo sia meridionale esce a fumare nella terrazza bianca indossando una giacca, presumo un pile, di un celeste scuro. non abbassa mai la mano che regge la sigaretta, la tiene  sempre vicina alla bocca. da qui vedo una massa piuttosto informe, il busto celeste scuro, una mano vicino ad un viso di cui non scorgo i lineamenti, e capelli scuri. sta fermo. muove solo la testa a destra e a sinistra. dietro alla porta a vetri alle sue spalle non c'è nessuna luce accesa. quella stanza non ha una tenda sulla porta. mi chiedo se anche il resto di quella casa sia tutto senza tende. una porta è sicurezza. una tenda sulla porta è privacy. questo mi hanno insegnato al corso di aggiornamento, introducendo l'argomento password. ci sono livelli di protezione diversi. forse l'uomo che io credo sia meridionale non ha paura. forse, non sente violata la sua privacy rimanendo senza tenda sulla porta. lui continua a fumare. da qui sembra una figurina incorniciata su fondo nero e cornice marroncina, perchè sta giusto dentro ad un'anta della porta a vetri che delimita la terrazza bianca. dato che non vedo i lineamenti del viso, penso ad un quadro di munch, un ovale chiaro. ma la forma del busto dell'uomo che io credo sia meridionale, di cui vedo solo fino al giro vita, scende a tronco di cono, con la base verso il basso e non può essere una figurina sinuosa dipinta da munch. mentre guardo quell'immagine statica s'intromette a sinistra del mio campo visivo il movimento di un uomo che passa sulla stradina che taglia tra il campo da calcio e il lato nord del condominio con terrazze bianche. quell'uomo lo conosco di vista. cammina spedito, e dietro di lui, a distanza di circa tre metri, cammina il suo cane. il tempo minimo in cui con la coda dell'occhio ho guardato quell'uomo con il suo cane è stato sufficiente all'uomo che io credo sia meridionale per sparire dalla terrazza bianca.

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