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al mattino presto, sono sempre cosciente
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niente di più sbagliato
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"Procurati un maestro, acquistati un compagno, e giudica un uomo sulla bilancia del merito"...
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usciamo e P. o J. come lo chiama Y. ci apre la porta della
sua libreria per salutarci. parlano del vernissage della mostra fotografica da
Z. K. dove avevo detto a Y. che sarei andata dopo la lezione, e lui le chiede
‘ci vai?’ lei risponde ‘non so, tu ci vai?’ lui risponde ‘forse, prima finisco
la bottiglia’. Ridiamo e ce ne andiamo.
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verbi al passato, coniugazione e frasi, parole,
shoresh, infinito… mi si spacca la testa, non parlo mai, guardo la lavagna e
cerco di scrivere qualcosa ma la quantità mi sovrasta. lei mi chiede ‘m.
dove sei oggi?’ rispondo ‘qua’. ho bisogno di riprendere in mano tutto con
calma, ma quando esco da lezione ho la testa piena. lei sul portone mi dice ‘tu
hai la luce dentro, vedi le cose’. io non ci credo. in treno
riesco a fare ancora qualcosa. arrivo a casa, mangio una roba, mi metto a
stirare e finisco alle 23.30… il pensiero non va via, prendo i quaderni e
ricomincio. finalmente ad un certo punto sembra che ogni resistenza cessi
dentro di me e la coniugazione viene liscia come l’olio, ma so che si tratta di
un momento felice, che passa. chiudo i libri e sono le due di notte. credo di
avere sonno e vado a letto, ma le lettere turbinano nella mente. quando suona
la sveglia vorrei morire.
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è tutto
dentro alla radice della parola. non serve andare a cercare altrove, sta tutto
dentro lì, ogni risposta, ogni domanda. è tutto connesso. la radice
è l’essenza di tutto.
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Y. si è innervosita più volte ed è arrivata a dire: c’è una frase di talmud
che dice, il silenzio è cosa molto bella per l’uomo saggio, ma lo è ancora di
più per lo stupido… lui intanto sniffava tabacco dalla sua scatolina, regalo di
un vecchio rabbino chassid
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più si
amplia lo spettro della conoscenza, più tutto si contrae
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‘mia cara
m. ho visto gli occhi che dicono tutto, lasciamo per adesso le parole’
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‘può
essere che tu in passato non sia stata tu’
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---------------à
ß---------------
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il contrario della fede non è la ragione, ma la superstizione
il contrario della fede non è la ragione, ma la superstizione
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se non sono io per me, chi è per me?
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Praga
Praga
Città di marzapane
tetti di zucchero e
finestre di cioccolata
strati di storia mi
sovrastano lenti
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non devo più trasferirmi fisicamente da un luogo ad un altro una volta la settimana per studiare, per fare dell’altro, per nutrirmi. non lo devo più fare. all’improvviso una telefonata, una voce ti dice che il problema non c’è più. l’ansia cresce ad ogni ora.
non devo più trasferirmi fisicamente da un luogo ad un altro una volta la settimana per studiare, per fare dell’altro, per nutrirmi. non lo devo più fare. all’improvviso una telefonata, una voce ti dice che il problema non c’è più. l’ansia cresce ad ogni ora.
*
la mia forza si sgretola e mi lascia nella polvere.
resto sempre qualcosa di ridicolo e inutile. mi sto
isolando sempre più. ogni
contatto è sforzo, vorrei solo eccellenza, solo e sempre eccellenza. aiuto.
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poi c’è la questione del centro e della periferia. la geografia dei luoghi è un limite che occorre far diventare risorsa. per non morire. geografia mentale, per quella non ci sono limiti.
poi c’è la questione del centro e della periferia. la geografia dei luoghi è un limite che occorre far diventare risorsa. per non morire. geografia mentale, per quella non ci sono limiti.
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