Renzo è un uomo che ha
compiuto da poco trent'anni. Ha un lavoro che lo soddisfa, specie ora
che è stato nominato responsabile del reparto controllo qualità in
un'azienda di prodotti tessili. Ha un aspetto gradevole e ama essere
al centro dell'attenzione. E' sposato con Lucia, che ha la sua stessa
età. Lucia è incinta del loro primo figlio, fa la commessa in un
negozio di articoli sportivi ma ora è a casa dal lavoro perchè ha
necessità di stare a riposo, a causa di piccole perdite riscontrate
nell'ultimo mese di gravidanza.
Renzo e Lucia abitano in
un condominio formato da tredici appartamenti. Sono quasi tutte unità
immobiliari abitate da coppie giovani proprietarie della loro casa,
con o senza figli. Alla prima riunione di condominio, Renzo si è
fatto subito conoscere da tutti facendosi nominare rappresentante di
scala e membro del consiglio di condominio, per coadiuvare
l'amministratore nelle scelte e decisioni più complesse, come ha
voluto specificare. Ha promesso a tutti di impegnarsi per il rispetto
delle regole e per fare in modo che tutti abbiano cura del luogo in
cui vivono. Ha la mania dell'ordine e della pulizia. Pretende
dall'amministratore che siano affissi cartelli dappertutto con regole
da rispettare. Detesta gli extra comunitari perchè dice che sono
incivili, che cucinano cibi dall'odore troppo forte e che sono
persone che vivono nella sporcizia. Ritiene di essere nel giusto
quando afferma che chi non è italiano dovrebbe andarsene. Per
contro, Lucia alle riunioni non parla mai.
In uno dei pochi
appartamenti presi in affitto, precisamente quello al piano terra
sotto all'appartamento di Renzo e Lucia, vive una donna sola, con un
cane. La donna è di nazionalità romena, ma parla bene l'italiano.
E' un po' più giovane di Renzo e Lucia, ha preso quell'appartamento
in affitto perchè da poco tempo è stata trasferita in una fabbrica
vicina, dopo la chiusura dell'azienda dove lavorava come operaia per
un importante gruppo farmaceutico. Tutte le mattine la donna va al
lavoro e lascia il cane da solo in giardino. Renzo chiama
l'aministratore tutte le settimane, anche più volte in una
settimana, per comunicargli quello che succede in condominio, e si
lamenta costantemente del cane che abbaia. Arriva a riferire cose che
succedono anche in sua assenza, dato che per otto ore al giorno lui è
fuori casa, ma è certo che accadano in quanto la moglie sta in casa
tutto il giorno e gli riferisce ogni cosa. L'amministratore ha
cercato di assecondarlo quando possibile, invitando con richiami
scritti la donna romena a tenere il cane dentro all'appartamento
durante la sua assenza, oppure nel giardino sul retro dell'abitazione
dove non vedendo le persone passare possa abbaiare di meno. Altre
volte ha tentato di dissuadere Renzo dalla pretesa che tutto sia
perfetto. Da un po' di tempo però, Renzo ha iniziato a inviare
all'amministratore e-mail con foto di escrementi di cane in giardino,
peli pubici sulla macchina del condizionatore nel giardino della
donna romena, tappeti stesi ad asciugare che a suo dire rimarrebbero
esposti alla pubblica via per un tempo troppo prolungato sempre
nell'appartamento della donna romena e così via. Alle continue
richieste e telefonate l'amministratore ad un certo punto non ha
risposto più. Allora Renzo ha chiesto un appuntamento in studio
dall'amministratore per discutere il problema. Il giorno convenuto,
Renzo e l'amministratore si sono trovati faccia a faccia, ma a
parlare è stato solo Renzo. L'amministratore ha ascoltato a lungo il
suo condomino cercando di capire quale fosse il motivo di tanto
accanimento, essendo palese che quella situazione dava fastidio solo
a lui, dato che nessun altro condomino si lmentava mai dei
comportamenti del cane e della donna romena.
Il monologo di Renzo
durava ormai da una ventina di minuti, quando l'amministratore decise
di fargli una domanda. Chiese a Renzo se volesse proporre un'azione
concreta per risolvere quelli che a suo dire erano dei seri problemi,
un'azione che non fosse quella di avvelenare il cane come già aveva
proposto, o di imporre al proprietario dell'appartamento al piano
terra di risolvere il contratto d'affitto con la donna romena, poichè
ovviamente si trattava di idee impraticabili. Allora, per la prima
volta, Renzo si rivolse all'amministratore con meno arroganza,
chiedendogli di essere comprensivo nei suoi confronti, perchè,
disse, a lui non fregava assolutamente niente del cane, di quanto
abbaiasse, dei tappeti stesi e dell'inguardabile giardino della donna
romena. Il suo vero problema era la moglie, Lucia, che da quando era
rimasta a casa dal lavoro lo torturava con le sue esigenze di
silenzio, di decoro e non ultimo, con scenate di gelosia nei
confronti della donna romena, poichè la prima sera che si erano
incontrati nel vano scala, Renzo si era intrattenuto con lei a
chiacchierare, mentre Lucia era corsa al piano di sopra in preda ai
conati di vomito. Renzo continuò il suo racconto all'amministratore
che a quel punto aveva iniziato a spostare carte da una parte
all'altra della sua scrivania e a non guardare più in faccia il suo
condomino, in quanto dentro di lui il caso era già risolto. Renzo
volle proseguire a raccontare come a seguito di quella sera, il suo
rapporto con Lucia fosse diventato difficile, fatto di frecciatine e
ripicche, di richieste impossibili, di continue occasioni per litigi
causati da futili motivi. Disse che Lucia gli dava la colpa di
trascurarla, di non pensare al bene di lei e del futuro figlio, di
non amarla più come una volta. Lui aveva cercato in tutti i modi di
accontentarla ma non c'era niente che le andasse bene. E raccontò
all'amministratore, oramai rassegnato ad ascoltare fino in fondo il
povero Renzo, quello che poi era accaduto e non sarebbe dovuto
succedere. Una mattina, dopo che era uscito di casa per andare al
lavoro, Lucia aveva frugato nella tasca della sua giacca, quella che
aveva indossato la sera prima per uscire con gli amici dopo la
palestra, e vi aveva trovato un biglietto di ingresso per un locale
di lap dance. Al suo rientro dal lavoro, aveva subìto un processo in
piena regola e a nulla era valsa la scusa di dire che quel biglietto
era stato uno scherzo di un amico, che lui aveva dimenticato di
buttare. Lucia aveva covato il suo rancore per tutto il giorno e non
sentiva ragioni. A quel punto Renzo aveva ammesso tutto. Era stato
con gli amici al locale di lap dance, aveva visto due spettacoli ed
era rincasato anche un po' sbronzo. Lucia, incredula, si era sentita
male accasciandosi sul pavimento. Renzo la fece rinvenire e la portò
in ospedale per un controllo. Al pronto soccorso appurarono che si
era trattato di un semplice calo di pressione, ma decisero per il
ricovero per quella notte a titolo di precauzione. Renzo rincasò
solo. Sulla porta di casa trovò la donna romena che rientrava da una
serata al cinema. La donna romena chiese a Renzo come procedeva la
gravidanza di Lucia, e Renzo iniziò a parlare con lei dell'accaduto.
La donna romena invitò Renzo a entrare in casa per bere qualcosa di
caldo. Lo sventurato, accettò. L'amministratore decise che aveva
ascoltato abbastanza e si alzò in piedi. Disse a Renzo che non erano
problemi condominiali e lo invitò unicamente a non abusare più
della sua pazienza.
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