l a m e n t a z i o n i d e l m e s e d i s e t t e m b r e-R e n z o e L u c i a

Renzo è un uomo che ha compiuto da poco trent'anni. Ha un lavoro che lo soddisfa, specie ora che è stato nominato responsabile del reparto controllo qualità in un'azienda di prodotti tessili. Ha un aspetto gradevole e ama essere al centro dell'attenzione. E' sposato con Lucia, che ha la sua stessa età. Lucia è incinta del loro primo figlio, fa la commessa in un negozio di articoli sportivi ma ora è a casa dal lavoro perchè ha necessità di stare a riposo, a causa di piccole perdite riscontrate nell'ultimo mese di gravidanza.
Renzo e Lucia abitano in un condominio formato da tredici appartamenti. Sono quasi tutte unità immobiliari abitate da coppie giovani proprietarie della loro casa, con o senza figli. Alla prima riunione di condominio, Renzo si è fatto subito conoscere da tutti facendosi nominare rappresentante di scala e membro del consiglio di condominio, per coadiuvare l'amministratore nelle scelte e decisioni più complesse, come ha voluto specificare. Ha promesso a tutti di impegnarsi per il rispetto delle regole e per fare in modo che tutti abbiano cura del luogo in cui vivono. Ha la mania dell'ordine e della pulizia. Pretende dall'amministratore che siano affissi cartelli dappertutto con regole da rispettare. Detesta gli extra comunitari perchè dice che sono incivili, che cucinano cibi dall'odore troppo forte e che sono persone che vivono nella sporcizia. Ritiene di essere nel giusto quando afferma che chi non è italiano dovrebbe andarsene. Per contro, Lucia alle riunioni non parla mai.
In uno dei pochi appartamenti presi in affitto, precisamente quello al piano terra sotto all'appartamento di Renzo e Lucia, vive una donna sola, con un cane. La donna è di nazionalità romena, ma parla bene l'italiano. E' un po' più giovane di Renzo e Lucia, ha preso quell'appartamento in affitto perchè da poco tempo è stata trasferita in una fabbrica vicina, dopo la chiusura dell'azienda dove lavorava come operaia per un importante gruppo farmaceutico. Tutte le mattine la donna va al lavoro e lascia il cane da solo in giardino. Renzo chiama l'aministratore tutte le settimane, anche più volte in una settimana, per comunicargli quello che succede in condominio, e si lamenta costantemente del cane che abbaia. Arriva a riferire cose che succedono anche in sua assenza, dato che per otto ore al giorno lui è fuori casa, ma è certo che accadano in quanto la moglie sta in casa tutto il giorno e gli riferisce ogni cosa. L'amministratore ha cercato di assecondarlo quando possibile, invitando con richiami scritti la donna romena a tenere il cane dentro all'appartamento durante la sua assenza, oppure nel giardino sul retro dell'abitazione dove non vedendo le persone passare possa abbaiare di meno. Altre volte ha tentato di dissuadere Renzo dalla pretesa che tutto sia perfetto. Da un po' di tempo però, Renzo ha iniziato a inviare all'amministratore e-mail con foto di escrementi di cane in giardino, peli pubici sulla macchina del condizionatore nel giardino della donna romena, tappeti stesi ad asciugare che a suo dire rimarrebbero esposti alla pubblica via per un tempo troppo prolungato sempre nell'appartamento della donna romena e così via. Alle continue richieste e telefonate l'amministratore ad un certo punto non ha risposto più. Allora Renzo ha chiesto un appuntamento in studio dall'amministratore per discutere il problema. Il giorno convenuto, Renzo e l'amministratore si sono trovati faccia a faccia, ma a parlare è stato solo Renzo. L'amministratore ha ascoltato a lungo il suo condomino cercando di capire quale fosse il motivo di tanto accanimento, essendo palese che quella situazione dava fastidio solo a lui, dato che nessun altro condomino si lmentava mai dei comportamenti del cane e della donna romena.
Il monologo di Renzo durava ormai da una ventina di minuti, quando l'amministratore decise di fargli una domanda. Chiese a Renzo se volesse proporre un'azione concreta per risolvere quelli che a suo dire erano dei seri problemi, un'azione che non fosse quella di avvelenare il cane come già aveva proposto, o di imporre al proprietario dell'appartamento al piano terra di risolvere il contratto d'affitto con la donna romena, poichè ovviamente si trattava di idee impraticabili. Allora, per la prima volta, Renzo si rivolse all'amministratore con meno arroganza, chiedendogli di essere comprensivo nei suoi confronti, perchè, disse, a lui non fregava assolutamente niente del cane, di quanto abbaiasse, dei tappeti stesi e dell'inguardabile giardino della donna romena. Il suo vero problema era la moglie, Lucia, che da quando era rimasta a casa dal lavoro lo torturava con le sue esigenze di silenzio, di decoro e non ultimo, con scenate di gelosia nei confronti della donna romena, poichè la prima sera che si erano incontrati nel vano scala, Renzo si era intrattenuto con lei a chiacchierare, mentre Lucia era corsa al piano di sopra in preda ai conati di vomito. Renzo continuò il suo racconto all'amministratore che a quel punto aveva iniziato a spostare carte da una parte all'altra della sua scrivania e a non guardare più in faccia il suo condomino, in quanto dentro di lui il caso era già risolto. Renzo volle proseguire a raccontare come a seguito di quella sera, il suo rapporto con Lucia fosse diventato difficile, fatto di frecciatine e ripicche, di richieste impossibili, di continue occasioni per litigi causati da futili motivi. Disse che Lucia gli dava la colpa di trascurarla, di non pensare al bene di lei e del futuro figlio, di non amarla più come una volta. Lui aveva cercato in tutti i modi di accontentarla ma non c'era niente che le andasse bene. E raccontò all'amministratore, oramai rassegnato ad ascoltare fino in fondo il povero Renzo, quello che poi era accaduto e non sarebbe dovuto succedere. Una mattina, dopo che era uscito di casa per andare al lavoro, Lucia aveva frugato nella tasca della sua giacca, quella che aveva indossato la sera prima per uscire con gli amici dopo la palestra, e vi aveva trovato un biglietto di ingresso per un locale di lap dance. Al suo rientro dal lavoro, aveva subìto un processo in piena regola e a nulla era valsa la scusa di dire che quel biglietto era stato uno scherzo di un amico, che lui aveva dimenticato di buttare. Lucia aveva covato il suo rancore per tutto il giorno e non sentiva ragioni. A quel punto Renzo aveva ammesso tutto. Era stato con gli amici al locale di lap dance, aveva visto due spettacoli ed era rincasato anche un po' sbronzo. Lucia, incredula, si era sentita male accasciandosi sul pavimento. Renzo la fece rinvenire e la portò in ospedale per un controllo. Al pronto soccorso appurarono che si era trattato di un semplice calo di pressione, ma decisero per il ricovero per quella notte a titolo di precauzione. Renzo rincasò solo. Sulla porta di casa trovò la donna romena che rientrava da una serata al cinema. La donna romena chiese a Renzo come procedeva la gravidanza di Lucia, e Renzo iniziò a parlare con lei dell'accaduto. La donna romena invitò Renzo a entrare in casa per bere qualcosa di caldo. Lo sventurato, accettò. L'amministratore decise che aveva ascoltato abbastanza e si alzò in piedi. Disse a Renzo che non erano problemi condominiali e lo invitò unicamente a non abusare più della sua pazienza.





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