dietro le quinte 5

6,39. sabato mattina. la luce all'interno della stanza dove abita l'uomo che io credo sia meridionale è accesa. la porta a vetri è ancora chiusa. dev'essersi alzato da poco. alle 5,30 era tutto spento. è molto probabile che quell'uomo viva solo. la stanza da cui esce a fumare credo sia il suo soggiorno. a volte la luce che si intravede fa pensare ad uno schermo acceso, come una luce fredda di un televisore, ma non ora. quella che scorgo è una luce gialla, non a soffitto, su un lato della stanza. non so dire perchè, ma immagino mobili scuri all'interno di quel soggiorno. un divano in pelle, scuro, mobili marrone scuro, pochi libri, pareti bianche, pavimento chiaro, in piastrelle. nessun tappeto. qualche quadro appeso, paesaggi innevati per lo più, rigorosamente con vetro e cornici orribili, dorate. no. quell'uomo che io credo sia meridionale non ha un gran senso estetico. le cose non fanno parte di ciò che conta per lui. riproduce nel suo ambiente quanto ha sperimentato nell'ambiente della sua famiglia d'origine. in fotocopia. fotocopia in bianco e nero. e io non ho una gran mattina, stamattina, per scrivere dell'uomo che io credo sia meridionale. sono in piedi dalle 4,00 grazie alle urla del vecchio del piano di sopra.

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