dietro le quinte 8

7,16. martedì mattina. Luchi Cresime esce a fumare sulla terrazza bianca con addosso la stessa giacca della tuta che aveva ieri, quella con colletto azzurro. posso dire che tiene sempre la stessa distanza tra sè, il parapetto della terrazza e la porta a vetri alle sue spalle. è uno spazio apparentemente inutile quello che si lascia alle spalle, conterrà per lo più la larghezza della soglia in marmo che ospita l'accesso alla stanza che io credo sia il suo soggiorno. uno spazio che Luchi dimentica ogni volta che esce in terrazza a fumare. ma quei centimetri di marmo sono determinanti per la mia pagina e non solo, accompagnano il passaggio di Luchi dall'interno all'esterno, da una stanza privata, dove nessuno sa cosa accade, ad una terrazza dove lui diventa visibile a tutti, dove in qualche modo i suoi gesti avvengono in pubblico. se Luchi non attraversasse tutti i giorni, più volte al giorno, quella soglia, io non sarei qui a scrivere dell'uomo che io credo sia meridionale. in qualche modo le sue azioni, quelle che avvengono oltre quella soglia, determinano le mie, mentre le mie, è chiaro, non determinano le sue. non perchè io scrivo che Luchi Cresime perde l'equilibrio e cade dal terrazzo questa cosa avviene. ma se Luchi Cresime perde l'equilibrio e cade dal terrazzo e io lo vedo allora io lo scrivo. questo è il motivo per cui io non sono uno Scrittore.

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