prima fai un passo allungato
sulle tue scarpe a punta,
allegria di vento innocente,
nel vuoto.
prima un ginocchio rosa
s’inventa un tacco a riposo
e calmo è il giro di bianco, grumoso.
prima mi dai l’innocenza sgraziata
scolpita nel sorriso nero, scomposto,
e filamenti di viscere
senza fissa dimora.
poi ti alzi e sei imponente
indossi la tua cravatta urlante
esplodi in apertura alare
senza seno/senso/senno
e dicono di te che sei inquietante.
piano ritorni frammento
e riposi nuda, in pace,
laggiù in fondo,
l’anima bianca appoggiata al mento,
e stai.
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